Piu’ guai giudiziari che partite E il pallone italiano si sgonfia

VA BENE che “non c’e’ un altro posto al mondo dove l’uomo e’ piu’ felice che in uno stadio di
calcio” (Albert Camus), ma non si vive di rendita e sarebbe meglio non esagerare, in quanto a
capacita’ di far disamorare e disgustare anche il tifoso piu’ appassionato. Il 21 maggio scorso,
neanche un mese fa, il presidente del consiglio Matteo Renzi, fra l’altro ex arbitro della sede di
Firenze, sbottava di indignazione, nel giorno della doppia inchiesta, l’ennesima, sui mali del
pallone, calcioscommesse da una parte e istruttoria dell’Antitrust sulla vendita dei diritti tv
dall’altra, allegria: “Basta, sono disgustato, il calcio deve essere restituito alle famiglie”, disse il
premier, anticipando anche la volonta’ del governo di intervenire, in qualche modo. Renzi non
ha fatto in tempo. Mai distrarsi, c’e’ sempre un altro guaio giudiziario in arrivo. L’entrata a
gamba tesa su Lotito, il nuovo Marchese del Grillo (“Io so io e voi non siete un… “) in odore di
onnipotenza del calcio, e’ della procura di Napoli, la stessa che a suo tempo alzo’ il coperchio
sull’enorme pentolone di Calciopoli. Nella sua bulimia di comando, Lotito e’ stato bravissimo a
scalare le postazioni piu’ importanti, infilandosi fra Galliani e il nuovo corso della Federcalcio,
dominando in Lega, facendosi uno e trino come presidente della Lazio, “deus ex machina”
(adora il latino) della cessione dei diritti tv, grande elettore e grande consigliere di Tavecchio.
Ha un’idea per tutto e per tutti, Lotito.
A COVERCIANO, dicono che gli piacerebbe affittare l’albergo del centro tecnico per matrimoni
con vista sui campi di allenamento. Un personaggio importante e ingombrante, come l’inchiesta
che ora lo riguarda, e che finisce per coinvolgere, indirettamente, anche la Federcalcio.
Tavecchio e’ stato sentito come persona informata dei fatti, ma gia’ il fatto che il presidente del
calcio venga chiamato dai magistrati allarga la macchia sull’immagine, gia’ compromessa
all’estero, del calcio italiano. Anche in nazionale, negli ultimi giorni, si e’ discusso piu’ della
posizione di Conte nell’inchiesta di Cremona sul calcioscommesse che della partita di domani in
Croazia. Il ct, gia’ squalificato per quattro mesi dalla giustizia sportiva per omessa denuncia
nell’ambito della stessa vicenda, e’ indagato per frode sportiva, e attraverso i suoi legali ha
chiesto un decisione in tempi rapidi, archiviazione o rinvio a giudizio, in previsione degli
Europei nell’estate 2016.
NON POSSONO esistere, pero’, tempi personalizzati in un procedimento. In caso di rinvio a
giudizio, forse neanche lo stesso Conte al momento sa prevedere la sua reazione, e certamente
dribblare le polemiche, gli imbarazzi e le richieste di dimissioni diventerebbe molto difficile.
Non e’ una consolazione che nel calcio mondiale vada anche peggio. “Artemio Franchi si sta
rivoltando nella tomba davanti ai recenti fatti del calcio, nazionale e internazionale, siamo
lontani anni luce dai valori di identita’, integrita’ e indipendenza sempre seguiti da mio padre
nella sua attivita’ ai vertici della Figc, dell’Uefa e della Fifa”, il duro commento di Francesco
Franchi, il figlio del piu’ grande dirigente italiano nella storia del pallone. Il calcio, grazie a
uomini come Franchi, e’ diventata una delle prime dieci aziende del paese. Rappresenta il “made
in Italy” in giro per il mondo. Dovrebbe essere motivo di orgoglio e soddisfazione, non di
inchiesta.

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