Elio delle Storie tese che la racconta e la batte alla maniera sua, Alessandro Maestri, per anni il miglior lanciatore italiano di baseball, che lo impreziosisce con aneddoti da vero campione, Paolo Moretti presidente dei Lancers baseball 1982 che proprio durante i festeggiamenti dei 40 anni della società riporta tutti con i piedi per terra o se si vuole a casa base.
Una divertente serie di inning giocati nella sala consigliare del Comune di Lastra a Signa in occasione della presentazione del libro scritto a quattro mani – da Elio e Alessandro – che ha come titolo “Mi chiamavano Maesutori” con sottotitolo “Il baseball e la vita”. Applausi per i protagonisti – Elio collegato in videoconferenza – applausi per gli interventi di autorità sportive e locali, per la presentazione del logo dei Lancers, emozione e raccoglimento chiesto dal sindaco Angela Bagni per l’Ucraina – tante copie del libro vendute e autografate dall’idolo di giocatori dirigenti e appassionati accorsi alla manifestazione organizzata da Gianni Taccetti dell’ Unione nazionale veterani dello sport.
“Il libro – spiega Alessandro Maestri – racconta la mia vita sportiva e il viaggio che ho intrapreso nella carriera nel mondo del baseball giocato. Elio invece interviene in vari momenti del libro spiegando le regole del gioco e raccontando i suoi aneddoti in modo esilarante, soprattutto nel periodo in cui è stato anche lui in Giappone”. E uno più di tutti ha destato ilarità durante la videoconferenza: l’aperta confessione di Elio che a spalancargli le porte di spogliatoi e il cuore di uno dei più celebri giocatori del campionato Usa è stato il fatto di essere conoscente e collega di Laura Pasini idolo canoro di centro e sudamericani.
Ovviamente più tecnica l’ottica con cui Maestri ha raccontato il libro e la sua carriera che dai pressi di Rimini è poi decollata da San Marino al Giappone ( proprio dal giapponese che deriva Maesutori, nient’altro che il suo cognome tradotto nella lingua del Sol Levante) agli Usa, all’Australia, Corea del sud, Messico. E su una cosa ha insistito Maestri: sulla forza che nel baseball come nella vita occorre per ritirarsi su dopo essere caduti. “Tante volte ho pianto – ha raccontato Maestri – ma tante volte sono riuscito a riprendermi” e quindi a coronare il sogno di giocare ai vertici mondiali del batti e corri.
E’ una costante umanità, una profonda sensibilità e amore per questo sport che accompagna il racconto di come si è concretizzata l’idea di scrivere un libro a quattro mani nato grazie a una telecronaca di baseball per Sky fatta da Alessandro Maestri negli Stati Uniti dove conobbe per l’occasione Elio. Da quel momento i due rimangono in contatto, entrano in sintonia. Poi Elio invita Alessandro a Milano per vedere una partita dell’Inter a San Siro, Alessandro gli dona una casacca del Classic in occasione del concerto di capodanno a Rimini nel 2013. Elio rimase sul palco tutta la serata con quella maglia. Da una parte l’artista, da una parte il campione, nel mezzo una cultura sportiva comune, esperienze di vita imperniate sul linguaggio universale dello sport. Il resto viene da solo: “Una volta – racconta Maestri – cominciammo a parlare delle nostre rispettive esperienze giapponesi e venne l’idea del libro e il tanto tempo a disposizione che purtroppo il lockdown ci ha dato, ha fatto il resto. Presentando il libro proveremo a trasmettere quei sentimenti e quelle sensazioni provate nella nostra vita grazie a questo sport”
Sensazioni che hanno dato lo spunto a Paolo Moretti, Presidente dei Lancers BC 1982 di ribadire un concetto fondamentale nelle alterne fortune e vicende dei campionati: “Il nostro vero obiettivo è quello di crescere insieme, di stare insieme, di avere sempre maggiori contatti umani, di migliorarsi e non quello di vincere e basta”. Non ci poteva essere fuoricampo migliore per lanciare “Mi chiamavano Maesutori”
Maurizio Fanciullacci