Il ricordo di Artemio Franchi, nell’anniversario dei trenta anni dalla sua scomparsa, non può limitarsi ad un racconto celebrativo della perdita che ha rappresentato per il calcio e la più vasta società, oltre che ovviamente per la famiglia e per le persone a lui più vicine. Significa, invece, per il suo ruolo nello sport, nei diversi ambienti e per la ricca eredità di esperienze che ha lasciato, riflettere sul suo percorso che continua a rappresentare un valido riferimento. La storia offre esempi di personaggi che il tempo non dimentica. Artemio Franchi appartiene a questa rara categoria di cittadini: senza cadere in un’inutile retorica, ha offerto un mix di giusti comportamenti, capacità, intuito, diplomazia, versatilità, raramente presenti in un unico soggetto. Si è, così, sviluppata l’idea di ChiantiBanca e della Fondazione ChiantiBanca Monteriggioni che, attente a ciò che accade nelle loro realtà, hanno voluto rendere omaggio ad Artemio Franchi, personaggio dei nostri territori.
Era nato a Firenze ma le sue origini lo legavano a Siena: la sua seconda patria ex aequo e con la quale ha sempre avuto un intenso legame. Artemio Franchi, comunque, è andato molto lontano: è diventato un cittadino del mondo, impegnandosi negli ambienti del calcio nazionale, europeo, mondiale. Ha prevalso la scelta di arricchire il ricordo di Artemio Franchi e di ciò che ha realizzato con i contributi di coloro che lo hanno conosciuto, oppure operano oggi nei settori dove il suo comportamento rappre- senta un modello che supera il tempo. Le testimonianze dei presidenti della Fifa, dell’Uefa, della Figc, dei personaggi fiorentini, senesi, delle altre realtà, dopo trenta anni dalla sua scomparsa, sono le credibili conferme di chi era e di cosa ha realizzato Artemio Franchi, dei consensi che continua a ricevere la sua azione. Parlare di Artemio Franchi vuol dire soffermarsi sullo sport ed il calcio, dove continua a distinguersi come uno dei più importanti dirigenti che la storia ricordi. Il racconto è complesso, perché il suo percorso è stato articolato e molteplici sono stati i suoi contributi: anche, fra gli altri, alla Nazionale che, dal suo arrivo nel 1967 alla presidenza della Figc, dopo un lungo periodo di delusioni, visse una nuova fase di successi e vittorie. Artemio Franchi contribuì a migliorare l’organizzazione e il management del calcio nazionale e del più vasto mondo sportivo; è ricordato come uno degli attori del Centro tecnico federale di Coverciano, la più efficace ed integrata organizzazione su base scientifica e per un ampio sostegno allo sport. Artemio Franchi continuò il suo cammino nel mondo del calcio europeo fino a raggiungere nel 1973 il gradino più alto: la presidenza dell’Uefa, l’Unione europea delle federazioni calcistiche. Confermò il suo status di manager proiettato nel futuro: fu protagonista di una stagione di rinnovamento; promosse riforme e sviluppo. Un ruolo di cui sicuramente si avvantaggiò il calcio italiano potendo contare a livello internazionale sulla presenza di un manager che, sebbene super partes, non dimenticava le sue origini. La storia di Artemio Franchi ci conduce da Firenze, dove viveva la famiglia, dove gravitavano i suoi interessi economici ed anche sportivi, alle altre realtà di ogni parte del mondo. Il percorso raggiunge Siena, la città a cui era molto legato. Un rapportò che esaltò con la contra- da della Torre, di cui fu capitano per un lungo periodo ed alla quale finalizzò il suo impegno, la capacità e la professionalità. Ma nel Palio e nella Piazza del Campo, la sorte è sovrana: ogni volta che Artemio aveva costruito un favorevole intreccio di situazioni, il destino annullò ciò che il capitano aveva realizzato negandogli la soddisfazione della vittoria di un Palio. Artemio Franchi sarebbe andato ancora molto avanti. Avrebbe sicura- mente raggiunto la presidenza della Fifa, la Federazione internazionale, cioè l’organo di governo del calcio mondiale, di cui dal 1974 era il vice presidente e per il quale era il candidato più accreditato. Il cammino fu tristemente interrotto dalla sua scomparsa in quel tragico incidente il 12 agosto 1983. Il caso decise che Artemio, abituato a viaggiare nel mondo e ad affrontare difficili situazioni, perdesse la vita accidentalmente in una strada di provincia, nelle vicinanze di Siena. Volle dire la fine di un personaggio, di cui si piange la scomparsa ma non quella del suo patrimonio di contributi e progetti. Continua a rappresentare una ricchezza morale e professionale: spetta a coloro che ne hanno raccolto l’eredità sviluppare e realizzare gli obiettivi che, sempre attuali, Arte- mio Franchi aveva assegnato ai suoi progetti. Cliccando qui è possibile scaricare il pdf completo della storia di Artemio Franchi.