MA ARTEMIO FRANCHI era solo un grande Dirigente sportivo?
di Giuseppe Accorinti
Rispondo subito alla domanda: nooh! e racconterò sulla base del mio rapporto con Lui perché non era affatto solo un Dirigente Sportivo, certo proprio grandissimo se pensiamo che nel mondo del calcio, anche internazionale, se ne parla ancora 26 anni dopo quella maledetta sera del lontano Agosto 1983 quando, da Capitano della Contrada TORRE e alla vigilia del Palio dell’ASSUNTA, mentre se ne andava in macchina solo soletto sulle colline senesi in una curva andò, maledettamente, a sbattere contro un mezzo agricolo; e sul colpo morì un uomo così importante e in una maniera così banale (ma anche un po’ gloriosa almeno per la Torre, no?)
Cosa andava a fare? probabilmente una di quelle trattative sotterranee che prima di ogni Palio il Capitano della Contrada deve fare; scherzando dico sempre – absit injuria verbis – che forse andava a comprare il Suo…stesso fantino.
Mi scuso per il comizietto di introduzione e torno al tema: sono molto grato alla FONDAZIONE FRANCHI per avermi offerto lo spazio per poter portare la mia testimonianza di un altro Franchi poco conosciuto: e mi sento di avere titolo per farlo dal momento che la nostra conoscenza è durata quasi 15 anni ed è stata così intensa che, poi, si è tramutata in vera amicizia anche se abbiamo continuato sempre a darci del Lei (come, del resto, era mio costume fare all’AGIP verso tutti i nostri Clienti).
Il nostro rapporto d’affari é iniziato alla fine degli anni ’60 quando Franchi, Amministratore Delegato della Società BRUZZI di Firenze che si occupava di riscaldamento e di vendite alle industria – Presidente era lo stesso titolare Angiolo BRUZZI -, e che era stata da sempre un Cliente della Società Inglese BP (British Petroleum), decise di avvicinarsi all’AGIP che nel settore del riscaldamento civile aveva iniziato una grande campagna connessa alla introduzione del gasolio nelle centrali termiche.
Dì questa attività di ARTEMIO FRANCHI non ho trovato traccia nemmeno nella cerimonia che si tenne nel grande Salone del CONI per ricordarlo e i 20 anni dalla morte di Lui: e me ne lamentai allora con Francesco Franchi. Volevo anzi fare un intervento ma gli applausi che ebbe GHIRELLI che presentava un bel libro su FRANCHI frenarono ogni mia velleità di inserirmi in quel nobile consesso. E ancora nessuna traccia ho trovato nelle circa 70 pagine (sic!!) che in Google fanno riferimento al nome “glorioso del nostro”, anche se poi riflettono più che altro gli stadi, la Federcalcio, varie attività fra cui un bad and breakfast vicino allo Stadio di Firenze, ecc ecc… Poi sono andato su WIKIPEDIA con un risultato analogo. Non mi sono contentato ed allora, sempre su WIKIPEDIA ho cercato notizie sulla BRUZZI ed ho trovato il testo che segue su Artemio Franchi: Si inserì quasi per gioco nella distribuzione dei prodotti combustibili e, nel 1954, fondava con altri soci la Ditta petrolifera Angelo (in realtà era Angiolo, ndr) Bruzzi assumendone le funzioni di amministratore delegato.
A questo punto posso iniziare la mia riflessione anche per contrastare la dizione di Wikipedia; ma prima voglio aggiungere che spero che la FONDAZIONE ARTEMIO FRANCHI – nel cui Consiglio di Amministrazione recentemente, e sono molto onorato, sono stato chiamato a partecipare – abbia voglia, e certo il titolo per farlo lo avrebbe, di chiedere a Wikipedia di modificare il testo.
Posso infatti dare assoluta testimonianza che durante il mio rapporto d’affari con FRANCHI, durato tanti anni, non ho avuto, proprio mai, la sensazione che Lui si interessasse della BRUZZI come se si trattasse di un gioco: e credo che anche i miei Collaboratori più vicini, che spesso trattavano anch’essi con Lui, non abbiano mai avuto questa impressione. L’uomo era sempre presente, sempre informato, aggressivo ma con eleganza, senza mai alzare la voce, tenace – mi verrebbe da dire che era proprio tenacissimo – nel difendere le posizioni della Sua impresa sia per quanto rifletteva i prezzi che per le disponibilità dei prodotti (il che in quegli anni ’70 delle due gravi crisi petrolifere era un problema altrettanto importante che quello del prezzo).
Ho fatto cenno al Suo rapporto con i miei Collaboratori per aggiungere un’altra grande qualità di FRANCHI: la grande intelligenza dell’imprenditore si manifestava anche nel fatto che Lui, pur potendo avere accesso diretto ad un contatto telefonico con me – allora ero il Direttore Generale di AGIP Petroli e poi anche l’AMMINISTRATORE DELEGATO (conservo ancora due lettere bellissime che FRANCHI mi scrisse per congratularsi per le mie nomine) non si limitava al contatto con me ma interagiva con tutta la struttura senza alcun problema. E questa dei rapporti personali sempre improntati a grande affabilità e trasparenza è stata sempre per tutti noi una delle migliori caratteristiche umane di FRANCHI che era proprio un Commerciante di classe nel senso più pieno del termine; e credo proprio che anche nel Franchi Dirigente sportivo questa sua qualità umana sia stata una delle migliori caratteristiche che abbiano fatto parte del Suo grande successo.
Aggiungo che era anche molto avveduto nella gestione delle grandi risorse finanziarie che un’attività come quella dei prodotti petroliferi ha sempre comportato: i bilanci della BRUZZI sono sempre stati molto in ordine e quasi sempre profittevoli per i Soci.
A un certo punto decidemmo, insieme, di fare un importante salto in avanti per cui noi AGIP entrammo nel capitale sociale della BRUZZI S.p.A. acquisendo una partecipazione al 50%: insomma ARTEMIO FRANCHI era diventato socio della grande AGIP!
Voglio aggiungere subito una cosa importante: pur avendo noi una così rilevante partecipazione azionaria e proprio perché eravamo molto soddisfatti del rapporto intercorso fino ad allora e ci fidavamo a tal punto della efficienza del Duo BRUZZI-FRANCHI (non me ne voglia dal cielo il Comm. BRUZZI ma essenzialmente il punto di riferimento per noi era Artemio FRANCHI) che decidemmo di non distaccare a Firenze alcun funzionario AGIP nella BRUZZI che restò sempre affidata alla gestione – ma anche alla responsabilità – del vecchio management.
E il matrimonio AGIP/BRUZZI funzionò così bene che registrammo un rilevante incremento nel giro d’affari con l’acquisizione di molti nuovi Clienti sia tra le Amministrazioni pubbliche che nei confronti di privati. E il merito di ciò si dovette essenzialmente al fatto che FRANCHI seguiva personalmente gli affari più importanti; non voglio fare l’ipocrita e quindi do atto che il fatto che Lui fosse uno degli uomini più conosciuti del nostro Paese e così tanto stimato fu uno degli elementi principali del successo comune; però, e siccome nel petrolio gli affari comportano grandi esborsi di denaro, credo proprio che la Clientela avesse trovato nell’azione di FRANCHI soprattutto quella efficienza operativa di cui ogni Cliente avveduto ha bisogno quando decide un acquisto di un bene o di un servizio che vale molti soldi come è il caso del petrolio.
Chiudo con un piccolo episodio che non ho mai dimenticato. Era un pomeriggio del 1980 – o dell’81 – ed erano un po’ di giorni che non lo sentivo; mi chiama al telefono e io gli domando subito: “Dove sta Dottore?” Risposta: “Sono a New York e sto tornando dal Brasile”; ed io: “Come sta?” E Lui: “Dottore mio, s’è tra l’uscio e il muro”. Resto interdetto perché era una frase che non avevo mai sentito: poi guardo la porta del mio ufficio e osservo che il battente, aprendosi, finisce a contatto con il muro, una posizione assai scomoda per chi si trovasse lì dietro. Riprendo: “Perché? Che problema c’è? E Lui: “A Calenzano [era il grande deposito della BRUZZI alle porte di Firenze] noi s’è senza gasolio”.
PS: mi sono dimenticato di aggiungere che FRANCHI aveva una rara qualità per i manager di successo di allora – e ce ne erano parecchi forse un tempo più che ai giorni nostri – ; era anche un leader e questa era una qualità che certo tutti gli hanno riconosciuto nel mondo sportivo, ma era una qualità che esercitava anche nell’impresa; suscitava grande ammirazione, stima e quindi grande consenso in tutti coloro che lavoravano con Lui. Era proprio un campione anche in questo.
Giuseppe Accorinti.
Assunto in Eni nel 1956, nel settore commerciale, già nel 1960 è nominato dirigente da Enrico Mattei che due anni dopo gli dà la responsabilità del coordinamento delle società Agip Commerciale in Africa: Libia Tunisia, Marocco, Costa d’Avorio, Senegal, Mali, Alto Volta. Dal 1978 è stato Direttore Generale Vendite Italia dell’Agip Petroli della quale, dal 1981, è stato Amministratore Delegato, e successivamente Vice Presidente e Amministratore Delegato Estero. Dal 1993 è stato inoltre Presidente della scuola Enrico Mattei. Ha lasciato il Gruppo nel 1996.