Non solo ai vertici del calcio mondiale come dirigente FIFA e UEFA ma anche ai vertici del mondo arbitrale quando nei primi anni 1970 la FIFA, per il suo valore e il suo prestigio, lo nominò presidente della Commissione arbitri e membro della Commissione tecnica. Un altro prestigioso traguardo che Artemio Franchi ha conquistato partendo dal basso, partendo dalla sua iscrizione alla sezione Poderini (oggi Giacinto Zoli) di Firenze e arbitrando nei campi di calcio di un’Italia che si stava risollevando dalle macerie della guerra. Un altro prestigioso traguardo, con tutte le sue vicissitudini, che Francesco Franchi, figlio di Artemio e consigliere FIGC, ha ricordato durante i festeggiamenti dei 100 anni della sezione AIA di Firenze. Proprio 100 come gli anni che ricorrono dalla nascita di Aremio Franchi. Un appassionato ricordo nella cornice del Forte Belvedere a Firenze dove si è svolto il Gran Galà degli arbitri fiorentini e dove è stato presentato il libro ‘ Firenze i suoi arbitri, 100 anni di vita, 100 anni di storia’. Una pubblicazione che ripercorre i 100 anni della sezione, ricordando presidenti, aneddoti, episodi e che ha avuto il suo battesimo dal presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, dal designatore della Can A, Gianluca Rocchi oltre a Francesco Franchi.
“ Si tratta di un appuntamento importante – ha affermato Fabrizio Matteini- il presidente della sezione di Firenze -, 100 anni di storia sono significativi all’interno dei 110 della nostra sezione. Abbiano una tradizione importante da conservare, con arbitri di serie A prestigiosi, che si sono succeduti nel corso di questi lunghi anni. Dobbiamo trasmettere ai nostri giovani la passione che ci accompagna, formando arbitri che possano poi raggiungere obbiettivi importanti. Il percorso si fa sempre più difficile, perché i posti a disposizione, nel corso dei vari passaggi, sono sempre meno, ma siamo fiduciosi di raggiungere il nostro obbiettivo, come dimostra la nostra storia”.
“Firenze e la sua sezione – ha sottolineato Alfredo Trentalange, presidente dell’Aia – sono legati alla mia crescita prima come arbitro e poi come dirigente della Can. La nostra categoria è sempre più proiettata al futuro, ma deve anche riflettere delle sue relazioni, del suo percorso ed è opportuno che ognuno di noi compia questo passaggio per permettere a sezioni come questa di Firenze di festeggiare simili traguardi”.